di Romano Giachetti, repubblica.it, 18 settembre 1984
Nel 1981 Jeffrey Moussaieff Masson, allora direttore dell’Archivio freudiano (successore di K.R. Eissler, il “custode” della psicoanalisi di Freud) annunciò, nel corso di un convegno a porte chiuse della Società Psicoanalitica del New England, di avere le prove che Sigmund Freud abbandonò la “teoria della seduzione” – vale a dire la tesi secondo cui la nevrosi nasce da una violenza sessuale subìta in età infantile – non già in base a motivazioni scientifiche, ma unicamente allo scopo di non rimanere isolato ed emarginato nella professione medica. E poiché la psicoanalisi nasce precisamente dal ripudio di quella teoria, essa sarebbe dunque una “scienza falsa”. La bomba lanciata da Masson venne accolta con lo stesso gelo con cui, nel lontano 1896, la Società di Psichiatria viennese aveva accolto lo studio presentato da Freud nel quale si illustrava, per l’appunto, la teoria poi ritrattata, basata sulla violenza reale subìta nell’infanzia dal paziente. Tuttavia la cosa sarebbe finita lì se due giornali – il New York Times e la Repubblica – non avessero intervistato Masson, rendendo note le sue dichiarazioni (o rivelazioni?) a un pubblico più vasto, e non solo americano. Mentre infatti Eissler leggeva a New York il “servizio” del Times, a Londra Anna Freud leggeva l’intervista rilasciata a chi scrive da Masson e pubblicata su queste pagine (“La terribile verità del dottor Freud“, la Repubblica, 4 ottobre 1981). Risultato: Masson fu licenziato. Da allora le polemiche non hanno avuto tregua. Al contrario di Freud, che – a sentire Masson – tenne nel debito conto delle reazioni dei suoi colleghi, l’ uomo dello scandalo decise di contrattaccare e “vuotare il sacco”. Di qui il libro che ora esce in edizione italiana (Assalto alla verità, Mondadori, pagg. 301, lire 18.500) e che lo stesso autore presenterà a Milano tra qualche giorno. Negli Stati Uniti, gli ambienti ufficiali della psicoanalisi hanno preferito ignorare il libro, mentre da più parti si sono messe in dubbio le conclusioni dell’ autore, perché – si è detto – basate su troppi “se” e su troppi “probabilmente”. Si è anche fatto notare che la psicoanalisi non può essere ridotta al “freudianesimo”, visto che dopo la morte del suo fondatore essa ha fatto moltissima strada. Poco prima di morire, Anna Freud aveva scritto a Masson una lettera nella quale esprimeva il suo dissenso su quanto egli aveva affermato, giacché “tornare alla teoria della seduzione significherebbe respingere il complesso di Edipo, senza il quale la psicoanalisi non sarebbe nata”. A sua volta, Eissler ha definito il libro di Masson “un cumulo di sciocchezze”, mentre il nostro Cesare Musatti ha giudicato lo stesso Masson “un avventuriero della scienza” (l’ edizione italiana avrebbe dovuto contenere una postfazione di Musatti: ma poiché lo psicoanalista aveva espresso una decisa opposizione alle tesi sostenute dall’ autore, costui non ha consentito la pubblicazione del testo musattiano). Anche i giornali americani hanno messo pesantemente in dubbio la validità scientifica della tesi di Masson. Tuttavia non sono mancati coloro che si sono levati a difenderlo. Per esempio Judith Herman, autrice di Father-Daugther Incest, ha scritto: “E’ vero che Masson non dà risposta alla domanda che pone, ma col solo fatto di porla ha dimostrato di avere coraggio. La verità è che non sapremo mai perchè Freud cambiò opinione sulla teoria della seduzione”. Masson, dal canto suo, ha trascinato in giudizio Eissler, e ha avuto la soddisfazione di costringerlo al pagamento di 150.000 dollari di indennizzo (intanto continua a curare, per la Harvard Press, la corrispondenza Freud-Fliess). Del resto, egli non è stato il solo a cercare di smitizzare Freud. Lo aveva già fatto, nel 1979, uno storico della scienza, Frank Sulloway (Freud: Biologist of the Mind) affermando che i traumi infantili sui quali si basava la teoria della seduzione erano in effetti autentici, non fantasie. Lo aveva fatto nel 1980 Florence Rush (The Best Secret: Sexual Abuse of Children) accusando la comunità psicoanalitica di avere fornito una copertura alle violenze sessuali perpetrate sui bambini: una tesi, questa, già sostenuta da Joseph Peters sull’American Journal of Psychotherapy (“Freud e i suoi seguaci elaborarono la teoria delle fantasie infantili per attenuare il senso di colpa degli adulti”). Recentemente, poi, è uscito The Freudian Fallacy di Elisabeth Thornton, in cui l’ autrice definisce le teorie del Maestro come “aberrazioni senza fondamento” e rivisita i “casi” di Freud, nonché lo stesso Freud, alla luce delle “scoperte mediche moderne”. Secondo la Thornton – che è una storica della medicina – troppo spesso le diagnosi degli psicoanalisti sarebbero errate; e la stessa psicoanalisi avrebbe avuto un effetto “regressivo” sulla ricerca scientifica nel campo delle malattie del cervello. Anche il Premio Nobel Peter Medawar ha denunciato la psicoanalisi freudiana come una mitologia, compatta e monolitica proprio come i miti classici, che pretende di spiegare tutto e quindi è di grave ostacolo alla comprensione dei disturbi mentali. Insomma la battaglia intorno a Freud divampa senza esclusione di colpi. Lo studioso inglese Charles Rycroft, uno dei pochi che sembra aver letto attentamente il libro di Masson, concede all’autore di aver messo il luce in fatto che Freud sapeva benissimo che in molti casi i traumi legati a violenze sessuali subite in età infantile avevano precisi riscontri nella realtà e non erano dunque costruzioni fantastiche; che il modo in cui Freud e il suo amico Fliess trattarono Emma Eckstein – la paziente che aveva portato Freud ad elaborare la teoria della seduzione – era stato “criminale” (la donna fu operata al naso per risolvere i suoi problemi sessuali); e che il rilancio della teoria della seduzione, compiuto da Sandor Ferenczi nel 1932, portò al ripudio dello stesso Ferenczi – che pure per vent’anni era stato vicino al Maestro – da parte di Freud. E tuttavia, secondo Rycroft, tutto ciò non autorizzerebbe Masson ad accusare Freud di aver rinnegato le sue conclusioni per motivi che con la scienza non hanno nulla a che fare. Del resto, il complesso di Edipo, che è un elemento centrale nella psicoanalisi freudiana (lo ha ribadito, come abbiamo visto, la stessa Anna Freud) oggi ha lasciato il posto al complesso di colpa e alla depressione: oggi, in altri termini, esiste una psicoanalisi che non è più quella freudiana. Sarà interessante vedere quali saranno le accoglienze italiane alle tesi “provocatorie” di Jeffrey M. Masson. Nel frattempo, Hollywood ha comprato i diritti cinematografici di Assalto alla verità. I personaggi per un film di successo ci sono, e come! Masson, Eissler, Anna Freud…
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