di Anaïs Ginori, repubblica.it, 14 gennaio 2012
Nel mondo francese della psicoanalisi non si parla d’altro. Il pensiero di Jacques Lacan, a trent’anni dalla sua scomparsa, è ancora violentemente conteso tra amici, parenti, discepoli e dissidenti – come già accadeva quando il fondatore della Scuola freudiana di Parigi era in vita. La storica e analista Elisabeth Roudinesco, autrice della biografia Lacan envers et contre tout e la casa editrice Le Seuil hanno appena subito una condanna per diffamazione in una querelle che oppone da mesi opposte fazioni. La colpa dell’autrice è di aver sostenuto che Lacan è stato “sepolto senza cerimonia e nell’intimità”, mentre avrebbe chiesto un funerale cattolico. A intentare la causa è stata la figlia dello psicoanalista, Judith, col celebre marito Jacques-Alain Miller, designato a suo tempo curatore testamentario, sentendosi accusati di aver “tradito le volontà di un morto”.
Il tribunale di Parigi ha dato ragione alla famiglia Lacan riconoscendo l’affermazione lesiva per gli eredi e non sufficientemente comprovata. Roudinesco e l’editore, che hanno già annunciato di voler fare appello, sono stati condannati a versare un euro simbolico di indennizzo e a pagare seimila euro di spese legali. Durante il dibattimento era presente anche l’altra figlia dello psicoanalista, Sybille, schierata però con la Roudinesco. Che ha dichiarato: “C’è sempre un po’ di disaccordo tra la famiglia e i biografi, ma quando anche la famiglia è divisa allora diventa tutto più complicato”. Si direbbe un gioco sofisticato di interpretazioni in perfetto stile lacaniano.