Come si configura un criminale
di Antonella Marchisella, voceditalia.it, 11 febbraio 2012
Devianza non significa illegalità. I devianti non sono necessariamente dei criminali. Ma quali spiegazioni potrebbero esserci al crimine? Chi sono i criminali?‘’Il lavoro analitico portò alla sorprendente scoperta che tali atti criminosi erano compiuti soprattutto perché erano proibiti e perché il loro compimento era accompagnato da un sollievo mentale del soggetto. Questo soffriva di un opprimente senso di colpa di cui egli non conosceva l’origine e dopo aver commesso il disfatto questa oppressione era lenita’’ – così Sigmund Freud spiegava i criminali, quelli che si erano macchiati di reati tra cui truffe, furti e incendi dolosi. Anziché il reato generare il senso di colpa, era il senso di colpa a generare il reato. Il criminale per senso di colpa, dunque. Un senso di colpa derivante dal complesso edipico,come reazione ai due grandi desideri inconsci di uccidere il padre ed avere rapporti sessuali con la madre. Attraverso il delitto, alcuni criminali ricercherebbero quindi, seppure inconsciamente,una punizione, come sollievo ad un intenso sentimento di colpa che provano nel profondo. Reato, confessione, punizione, poiché in questo meccanismo malato, la punizione genera un senso di sollievo. ‘’Tra i criminali adulti dobbiamo senz’altro eccettuare coloro che commettono crimini senza alcun senso di colpa,i quali o non hanno sviluppato inibizioni morali o nel loro conflitto con la società, si considerano giustificati per l’azione commessa’’ (Sigmund Freud, Psicoanalisi della società moderna). Alcuni psicoanalisti come Alexander, Stekel e Staubb sostenevano che l’uomo è “universalmente criminale” ossia un maligno congenito e stilarono una classificazione in criminalità cronica (costituita da chi compie reati a causa delle strutture del proprio apparato psichico,ovvero infermi di mente, maniaci, criminali nevrotici, i delinquenti non nevrotici) e criminalità accidentale (costituita da chi compie un delitto colposo o un delitto occasionale). Tra le molte teorie, interessante è quella di Mailloux, che riprende la cosìddetta psicologia della pecora nera, secondo la quale le condotte delinquenziali di un ragazzo sono legate all’immagine negativa che i genitori hanno di lui, facendogli così acquisire un’identità negativa. Mannheim, altro autore importante, scriveva che “l’esecuzione del delitto può portare alla pena e al sollievo psichico solo se il delitto è scoperto. Ciò spiega perché così spesso tali delinquenti commettano i loro delitti in modo da farli scoprire e perché essi mostrino così spesso un desiderio irresistibile di confessare, a volte persino mentendo’’.