Psicoanalisi: ma il lettino ci fa bene o ci fa male?

Nella società dell’incertezza si riaccende la rissa sulla psicoanalisi. In palio, l’utilità individuale e sociale. In pericolo, la sua stessa dignità di disciplina

di Riccardo Paradisi, panorama.it, 14 dicembre 2012

Psicoanalisi: ma il lettino ci fa bene o ci fa male?

“Cento anni di psicoterapia e il mondo va sempre peggio”: per James Hillman, psicoanalista americano scomparso un anno fa, il fallimento della psicoanalisi è inequivocabile. In un secolo non è riuscita a curare il malessere dell’uomo e non ha creato un mondo migliore, anzi “ha perso di vista il mondo esterno”.

Ma davvero stanno così le cose? La domanda è ricorrente come le stagioni. Era il 29 novembre del ’93 quando Time pubblicava in copertina una foto in dissolvenza del padre della psicoanalisi domandandosi nel titolo: Is Freud dead?. Gli attacchi si sono poi succeduti: dal Libro nero della psicoanalisi di Catherine Meyeragli strali dell’ateista Michel Onfray. Elisabeth Roudinesco, la biografa di Jacques Lacan, s’è tuttavia sempre opposta alla marcia funebre per la psicoanalisi. Una scienza umana, secondo lei, ancora in grado di difendere il soggetto dall’invadenza della tecnica e in particolare della tecnica medica.

Dibattito aperto, sta di fatto che sono sempre meno quelli che si stendono sul lettino. Negli ultimi tre anni il calo di pazienti in Italia è stato del 20 per cento. “La crisi della psicoanalisi c’è ed è clamorosa” sintetizza Tonino Cantelmi, psichiatra e psicoterapeuta fondatore della scuola di psicoterapia cognitiva interpersonale. Motivo? “Non risponde alle esigenze di cura e tende a creare dipendenza. Non sono infrequenti casi di analisi che durano decenni. Nessuna delle grandi premesse freudiane peraltro oggi ha senso. Tutto il grande tema edipico, per esempio, è superato: il padre oggi non è il poderoso fantasma dei tempi di Freud”.

Per continuare:

http://cultura.panorama.it/arte-idee/psicoanalisi-lettino-bene-male

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