di Ferdinando Camon, avvenire.it, 4 giugno 2013
In questi giorni si apre in Europa, come i lettori di Avvenire sanno bene, una serie di mostre delle opere di Edvard Munch, in Norvegia (dove il pittore nacque 150 anni fa), in Svezia, Svizzera, Italia (Venezia e Genova). Rivedremo più volte sui media le varie versioni dell’Urlo , il suo quadro più famoso. Rivedremo La Disperazione, La fanciulla malata, Il Vampiro, gli autoritratti. Sarà un’immersione nell’angoscia. Perché tanta angoscia? Perché così spesso la morte e la disperazione? Cosa c’è nel suo mondo? E cosa manca? L’Urlo è del 1893. Epoca cruciale nella cultura europea, la fine dell’Ottocento, perché sono gli anni in cui Freud pensava alla presenza nell’uomo di parti che l’uomo non conosce e non controlla.
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