Psicoanalisi, Freud la pensava così

di Antonio Cantelmo, italianews24.net, 12 agosto 2014

La regola fondamentale è quella di invitare il paziente ad esprimere i pensieri che in quel momento immaginano nella mente (metodo della libera associazione). Si pensa infatti che il paziente per il solo fatto di sapere di essere in trattamento è portato verso ciò che è significativo, specie se riesce a rilassarsi e a non concentrarsi.

La fluidità dell’espressione viene però ostacolata dalle resistenze che impediscono al materiale inconscio di transitare nel conscio. Il comportamento dell’analista dovrebbe essere di assoluta neutralità, ma in realtà egli interpreta e pertanto fornisce spunti ad associazioni che libere non sono più. Si deve inoltre tener conto del processo di identificazione che influenza a sua volta le associazioni. Anna Freud aggiunge che compito dell’analista è quello di scoprire il meccanismo di difesa adottato dall’Io.

L’analista deve poi procedere all’interpretazione dei sogni onde far emergere i contenuti latenti e studiare l’attività dell’Io a mezzo degli effetti da esso provocati sul pensiero onirico. La comprensione dei simboli onirici permette di giungere alla conoscenza dei contenuti dell’Es che diversamente rimarrebbero ignoti. Un’improvvisa illuminazione sulle irruzioni dell’Es è data dagli atti mal raccolti sotto forma di lapsus o amnesie che si verificano quando la vigilanza dell’Io è ridotta o sviata ad un impulso inconscio che si trova improvvisamente rafforzato.

Nel corso dell’analisi si stabilisce un rapporto particolare fra il paziente e l’analista: il transfert. Il paziente sposta sull’analista i suoi sentimenti che derivano da figure precedenti della sua vita, in effetti non sperimenta un sentimento creato ex novo ma si riallaccia ad antichi rapporti oggettuali che sono vissuti sotto l’influenza della coazione a ripetere. Attraverso lo studio del transfert si possono conoscere le esperienze passate del paziente (transfert paterno, materno, edipico, passivo oggettuale, narcisistico, positivo o negativo, ecc.).

Dopo la morte di Freud il pensiero psicoanalitico ha subito ulteriori sviluppi. Fra i più importanti sono da ricordare gli studi di Hartmann e Kris sull’autonomia dell’Io, il concetto di identità di Erikson, l’importanza delle osservazioni sull’infanzia di A. Freud e dei primi anni di vita li M. Klein, la revisione del concetto del fattore edipico di Fromm, il trattamento degli stati borderline, e cosi di seguito.

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