Le ideè fixe del rimuginio moderno, lontane dall’essere romantiche, hanno dalla loro solo il fascino della stupidità, se di fascino di può parlare
di Giovanni Maria Ruggiero, linkiesta.it, 9 aprile 2016
Agli psicologi non piace accoppiare mente ed energia. Energia sa di macchine e motori, E macchine e motori minacciano sempre di rubare il mestiere agli psicologi e di consegnarlo nelle mani dei loro supremi avversari, i neuroscienziati. Un giorno i neuroscienziati spiegheranno tutto! Mi disse un collega psicoanalista molto tempo fa, il viso stropicciato nella smorfia dello scontento e del disappunto che ci prende di fronte a qualcosa che è, o almeno sembra, brutalmente più forte di noi, più capace di noi di prendersi il piacere di vincere nel gioco della vita, quel gioco che desideriamo goderci a grappoli e che invece forse sarà vinto da qualcun altro. E, per uno studioso, il gioco da vincere è la capacità di spiegare, di capire come funziona la mente, E tutte le volte che si parla di energia, la sensazione è che si vada in un luogo in cui gli psicologi hanno poco da dire, un luogo dove c’è il cervello e non la mente. Ci aveva provato il vecchio Freud a fare una psicologia basata sull’energia e sulla scarica dell’energia, e quella non è stata la sua idea migliore. Gli psicologi preferiscono parlare di pensieri, di emozioni e di relazioni.
Vero è che a evitare troppo di parlare di energia si finisce per concepire una mente disincarnata, uno spirito dal carburante inesauribile e incorporeo, e quindi capace di invecchiamento e di decadimento. Una mente che vive una vita di eterna giovinezza, senza infanzia e crescita e che va incontro a una scomparsa improvvisa, la morte, senza prima deperire.
Anche nella sua esistenza ideale la mente è capace di sprecare energie. Questo la psicologia lo ha sempre pensato, fin dal tempo delle isteriche di Freud, che sembravano gettare al vento energie mentali in comportamenti e sintomi incomprensibili. Quel che è cambiato rispetto al passato è che forse un tempo si temeva che la mente sprecasse energie quando tradiva se stessa, quando non seguiva il precetto di pensare tanto e di pensare rettamente, insomma quando rinunciava a capire il mondo e a capire razionalmente e cadeva in prede a forze estranee, la forze dell’istinto e dell’es. Insomma, la spiegazione che Freud dava del fenomeno delle isteriche, donne la cui vita mentale era preda di istinti di cui non si erano liberate.
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