Si tiene l’11 e il 12 giugno a Milano il XIV Convegno Nazionale della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi sul tema «Il tempo e l’atto nella pratica della psicoanalisi»
di Silvia Vegetti Finzi, corriere.it, 6 giugno 2016
Il prossimo Convegno della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi, Il tempo e l’atto nella pratica della psicoanalisi, ripensa i fondamenti della pratica clinica, che si rifà a Freud, Lacan e Miller, affrontando il tema che più la caratterizza, la durata variabile delle sedute di analisi rispetto a quella standard di 45 minuti. Questa sovversione, per certi versi sorprendente, si propone di sincronizzare, per quanto possibile, il tempo della cura con quello dell’inconscio, discontinuo e intermittente. Lacan individua nel soggetto un «tempo logico» che, emergendo tra le pieghe del discorso, fa risuonare a tratti una parola vera, espressione dell’inconscio sottratto ai filtri della censura. Da quello spiraglio è possibile cogliere i fantasmi remoti che incatenano il desiderio a un’incoercibile ripetizione (com’è evidente nei sintomi di dipendenza) e, interpretandoli nella reciprocità del transfert analitico, conferire loro senso e significato. Interporre una pausa tra le sedute consente allora al paziente, promosso analizzante, di elaborare quanto è emerso precedentemente, e all’analista di valutare se è avvenuto davvero un mutamento strutturale.
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