Recalcati: “Innamorarsi di sé il vizio capitale oltre ogni limite”

di Massimo Recalcati, repubblica.it, 25 settembre 2016

Per i padri della Chiesa la superbia è il peccato narcisistico per eccellenza. Tommaso d’Aquino lo specifica con eleganza: «Il superbo è innamorato della propria eccellenza». Si tratta di una forma di idolatria che l’epoca ipermoderna ha particolarmente esaltato: al posto del culto di Dio avviene il culto del proprio Io assimilato alla potenza di Dio. Non è forse questo il peccato principe del nostro tempo? Egocrazia, “Iocrazia”, afferma Lacan. L’ordine della creazione viene capovolto: l’uomo compete con Dio – come figura radicale dell’alterità – negando il suo debito simbolico. Farsi un nome da sé senza passare dall’Altro è la cifra più delirante del nostro tempo. Il culto superbo di se stessi implica, infatti, il disprezzo cinico per l’altro. La vita umana smarrisce ogni senso di solidarietà per dedicarsi a senso unico al potenziamento di se stessa

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