Quella che per molti è una struggente canzone d’amore del grande folksinger statunitense, morto l’11 novembre 2016 all’età di 82 anni, è in realtà il racconto degli abissi della depressione
di Francesco Cancellato, linkiesta.it, 11 novembre 2016
Lui e lei. Arriva l’altro, amico di lui. La seduce e l’abbandona. Lei torna da lui. L’altro scappa nel deserto, solo e triste. Lui gli scrive una lettera – che poi è il testo della canzone, visto che si conclude con “Sincerely, L. Cohen” – gli racconta che lei l’ha abbandonato di nuovo. Lo perdona. E lo ringrazia.
Questa, in estrema sintesi, la trama di “Famous Blue Raincoat”, una delle più celebri canzoni di Leonard Choen, morto oggi, 11 novembre, all’età di ottantadue anni. E per quanto il testo sia più prosa che poesia, fin didascalico nel collocare gli eventi nello spazio e nel tempo, nel dare un nome ai personaggi, nel raccontare cosa sia successo, questa canzone di Cohen è stata per decenni, fin dalla sua pubblicazione nel 1971, un piccolo enigma. Ed è quell’enigma, quel significato nascosto, che fa di una bellissima canzone, un capolavoro.
L’enigma si concentra sul personaggio cui Cohen scrive la sua lettera. Chi è veramente? Un personaggio di fantasia? Un amico con nome e cognome? E la storia è realmente accaduta? Di lui, ad esempio, sappiamo che aveva un “famoso impermeabile blu”. Ma è lo stesso Cohen a raccontare, in un’intervista del 1975, che lui stesso aveva «un bell’impermeabile, una volta. L’ho comprato da Burberry, a Londra, nel 1959. Mi stava addosso molto più eroicamente, quando gli ho tolto la fodera e ha guadagnato ulteriore gloria, quando le maniche sfrangiate sono state riparate con dei rattoppi in pelle». Primo indizio.
Segue qui:
Eh?
“il grande folksinger statunitense”? Cosa mi tocca sentire!