Anna Ferruta, la grandezza di Freud

“Il fondatore della psicoanalisi ha inaugurato un metodo di ricerca e di cura della realtà psichica che ha dato a questa un riconoscimento fondamentale di esistenza. Quindi ha ampliato e consolidato i territori della comprensione del mondo umano. La sua peculiarità è che il suo metodo unisce conoscenza e affetti in modo imprescindibile, psiche e soma, io e altro, soggetto e oggetto”

di Davide D’Alessandro, ilfoglio.it, 13 agosto 2019

Le nostre consuete venti domande questa volta interpellano Anna Ferruta, Full member AFT Società Psicoanalitica Italiana e Full Member International Psychoanalytical Association. Tra i suoi libri: “Un lavoro terapeutico”; “Pensare per immagini”; “I transfert. Cambiamenti nella pratica clinica”; “Un’esistenza murata”; “Le comunità Terapeutiche. Psicotici, borderline, adolescenti, minori”, “La diagnosi genetica: un dialogo per la cura” e il più recente “La cura psicoanalitica contemporanea. Estensioni della pratica clinica”. Si è occupata del pensiero di alcuni dei più importanti psicoanalisti italiani, come Cesare Musatti e Luciana Nissim.

Che cos’è e a che cosa serve l’analisi?

La risposta richiede di ampliare il discorso alla dimensione multipla della psicoanalisi, nella quale teoria del funzionamento psichico, terapia, ricerca, sono strettamente collegate. Se consideriamo l’analisi come pratica clinica a cui una persona si rivolge per  un disagio psichico o per  capire di più se stessa e il mondo, vi ritroviamo tutte e tre queste caratteristiche peculiari: l’analisi è un’esperienza emozionale, conoscitiva, affettiva, che  utilizza il rapporto con un altro, l’analista, in un ambiente ‘sicuro’ (dove il paziente non viene criticato o indirizzato), per sviluppare potenzialità inespresse (arresti nella crescita del sé: rifiuto di continuare andare a scuola, ad es.) o per sciogliere difficoltà e sofferenze bloccanti (fobia di luoghi chiusi, panico dei viaggi, ritiro dalle relazioni, ecc.). L’analisi è una cura che mette al centro la questione della sofferenza psichica come forma di comunicazione inconscia che è alla ricerca di qualcuno capace e interessato ad ascoltarla e comprenderla, allo scopo di utilizzare questa esperienza relazionale emozionale-conoscitiva come risorsa per vivere meglio con sé e con gli altri.

Perché tanti anni fa decise di affidarsi a un analista?

La molla che fece scattare il desiderio-necessità di affidarmi a un analista fu duplice: la lettura a 14 anni di un primo testo freudiano (Psicopatologia della vita quotidiana), a cui ne seguirono altri, in particolare l’Interpretazione dei sogni, una vera apertura di orizzonti, e la mia personale infelicità della vita quotidiana, che negli anni successivi andò incontro a inibizioni, difficoltà ad esprimere qualcosa che non trovava forza e voce, fino alla decisione di seguire studi universitari di psicologia e chiedere aiuto a un analista, alla ricerca di una forma di liberazione da vincoli inconsci limitanti.

Segue qui:

https://www.ilfoglio.it/filosofeggio-dunque-sono/2019/08/13/news/anna-ferruta-la-grandezza-di-freud-269383/

Lascia un commento