di Giuliano Castigliego, giulianocastigliego.nova100.ilsole24ore.com, 31 dicembre 2021
Se dovessi portare con me una parola da quest’anno così sofferto, sceglierei senz’altro sensibilità. Lo so, è una parola molto abusata un po’ retrò, apparentemente assai poco innovativa e che si presta a non pochi malintesi. Dunque chiarisco. Non mi riferisco alla piagnucolosa e un po‘ teatrale iper emozionalità di coloro che si dicono sensibili o iper-sensibili per sottrarsi alle loro responsabilità, all’ascolto e alla condivisione dei dolori altrui. Hanno senz’altro le loro ragioni che vanno espresse e ascoltate ma non certo nascoste dietro un paravento linguistico. Per sensibilità non intendo nemmeno la vera o presunta iper-sensitività da cui alcuni sarebbero affetti. Anche in questo caso rispetto, comprensione e magari accertamenti. Ma niente confusioni.
Sensibilità è per me la capacità e disponibilità ad entrare in risonanza con l’altro, senza perdere la risonanza con sé stessi.
Segue qui: