La povertà narrativa di oggi purtroppo rischia di farci cogliere solo gli aspetti spettacolarizzati della morte, che così non appartiene più a nessuno
di Giuseppe Maiolo, ladigetto.it, 31 ottobre 2021
Halloween non ci appartiene come cultura, ma ai bambini piace questa festa di provenienza celtica. Un tempo serviva a rappresentare il momento del passaggio dalla vita alla morte e a raccontare del cambiamento con cui ogni individuo deve fare i conti. Non a caso l’autunno è da sempre il tempo in cui la psiche incontra in maniera ravvicinata l’esperienza ciclica della morte e spesso ne manifesta con ampi sintomi la sofferenza. Ora, nel tormentone del «dolcetto scherzetto», i piccoli di oggi vivono con divertimento il grande tema della morte. Gli scherzi «spaventosi» che abbondano nei giorni di Halloween hanno la funzione di rendere accettabili i terrori dell’infanzia che ogni bambino vive soprattutto in relazione all’abbandono e alla perdita, alla solitudine e al vuoto di sicurezze.
Segue qui: