di Sarantis Thanopulos, il manifesto, 11 dicembre 2021
Il termine “negazionismo”, espressione di un pensiero pigro che sta sostituendo il pensiero critico, è diventato uno strumento ideologico con cui si scomunica chiunque dissenti, a torto o a ragione, con una lettura maggioritaria della realtà o ha, più semplicemente, una difficoltà ad allinearsi. Usando arbitrariamente la definizione riservata alla minimizzazione dello sterminio degli ebrei da parte dei nazisti, e facendo di tutta l’erba un fascio, si chiamano disinvoltamente “negazioniste” posizioni di significato diverso: rigettare il pericolo reale rappresentato dal Covid o l’efficacia dei vaccini, fregarsene del cambiamento climatico e della distruzione dell’ambiente, pensare che la terra sia piatta e non tonda. Volendo si potrebbe includere nel conto coloro che negano i loro tradimenti o la doppia natura di Cristo. È trattata come malattia dello spirito ogni forma di negazione dell’evidenza.
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