Autrice di culto del primo Novecento francese, Colette scrisse più di cinquanta romanzi. Tra i molti ricordiamo la serie dedicata a Claudine, La vagabonde, che andò vicinissimo al prestigioso premio Goncourt. E Sido, Il grano in erba, Gigi – film di successo con Audrey Hepburn – e Chéri. Julia Kristeva in un saggio della scrittrice valorizza la giocosa capacità, intrisa di sensualità, di raccontare […]
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Le vie dell’eros che avvicinano la psicoanalisi all’anima
di Massimo Recalcati, repubblica.it, 14 marzo 2015
Il tema di In principio era l’amore di Julia Kristeva, nota studiosa di semiotica e psicoanalista originale e apprezzata formatasi a Parigi, è un tema classico della psicoanalisi. Esso si interroga sui rapporti tra questa disciplina e l’esperienza religiosa della fede. Su questo punto Freud aveva tenuto una posizione priva di sfumature: la religione è una “nevrosi” o, ancora peggio, un “delirio” dell’umanità. Nella fede si può rintracciare una regressione dell’uomo a uno stato di minorità che dà luogo all’idealizzazione infantile di un padre buono e tutto-amore che in realtà non esiste. A partire da Freud – forse con la sola eccezione significativa di Lacan – la tradizione psicoanalitica ha sostenuto compattamente questa idea superstiziosa della religione.
L’uomo religioso è l’uomo che rifiuta la responsabilità di affrontare le asprezze reali della vita per rifugiarsi nella credenza illusoria di un «mondo dietro il mondo» — come direbbe Nietzsche — , regredendo allo stato di un bambino che non vuole rinunciare alla sua credenza nell’onnipotenza ideale dell’Altro e che per questa ragione trasferisce su Dio tutti quei tratti di infallibilità che prima attribuiva al proprio padre.
Il testo di Julia Kristeva non ricalca questo orientamento. Piuttosto, si impegna nella ricostruzione di una genealogia della ragione psicoanalitica che intende mostrare tutta la sua differenza nei confronti dei paradigmi scientisti di origine positivistica. La ragione psicoanalitica non ha a che fare con cifre, numeri, quantificazioni aride, ma con l’esercizio della parola e dell’ascolto.
Per continuare:
Orrore
di Marco Belpoliti, doppiozero.com, 23 febbraio 2015 Il primo è stato il fotoreporter americano James Foley. Poi nell’arco di un mese sono stati decapitati il reporter statunitense, Steven Sotoff, e il cooperante scozzese David Haines. Il rito pressoché identico prevede che il condannato sia vestito di un camicione arancione, mentre il boia è in nero, con […]
Miller e Kristeva sulla manifestazione a Parigi
Quella piazza illuminista che ha salvato la vera idea d’Europa di Julia Kristeva, repubblica.it, 13 gennaio 2015 Insieme al popolo francese, nella strade di Parigi c’era idealmente tutta l’Europa. I tanti europei presenti a Parigi, tra le delegazioni ufficiali ma anche tra la gente comune, hanno contribuito a dare corpo a una comunità viva e […]
Chi sarà straniero nell’Europa di domani
Arriva in libreria una nuova edizione del saggio di Julia Kristeva dedicato alla “nostra” identità di Tommy Cappellini, cdt.ch, 11 giugno 2014 Forse da decenni, sicuramente da mezzo anno, una discreta quantità di politici trita e svilisce uno dei temi più nobili della riflessione civile, quello dello «straniero». Prima in Svizzera, a ridosso del voto […]
Kristeva: “La bandiera delle diversità”
di Julia Kristeva, repubblica.it, 25 aprile 2014 Alla domanda: «Chi sono io?» evidentemente la miglior risposta europea non è una certezza, ma risiede nell’amore per il punto interrogativo. Dopo il cedimento — fino al crimine — ai dogmi identitari, sta emergendo un noi europeo. E forse è proprio perché ha ceduto alla barbarie — e […]
Kristeva: “Sms ai lettori italiani. Un viaggio affascinante nella depressione e nella melanconia”
Anticipiamo l’introduzione al nuovo libro della semiologa francese sull’attualità di questo «sole nero». Certi problemi non sono «solubili». Ma ciascuno può aprire la cicatrice delle sue pene e metterle in discussione. L’unica arma che abbiamo per combatterlo è la cultura di Julia Kristeva, unita.it, 14 settembre 2013 Sole nero. Depressione e melanconia, di Julia Kristeva traduz. Alessandro Serra […]
Kristeva: “La fine del peccato. Dobbiamo costruire una religione laica”
La psicanalista spiega perché il nostro senso morale ha perso ogni riferimento all’autorità di Franco Marcoaldi, la Repubblica, 7 settembre 2013 Mentre varco il portone della casa parigina di Julia Kristeva, il pensiero subito va alla femminista ultrabattagliera, alla giovane redattrice della rivista d’avanguardia Tel Quel, alla inquieta psicanalista e studiosa di semiotica amica di […]
Chomsky contro i postmoderni
Il grande semiologo distrugge il blasonato Slavoj Zizek: “Puoi essere spiegato in cinque minuti a un bambino di dodici anni”. Derrida e Lacan? “Banalità in polisillabi, pomposi, esibizionisti” di Giulio Meotti, ilfoglio.it, 4 settembre 2013 Non capita tutti i giorni di assistere a una simile faida fra due icone della sinistra mondiale. E’ successo fra Noam […]
Kristeva: “Il Sessantotto interiore”
di Redazione e Julia Kristeva, avvenire.it 28 agosto 2013 È in libreria da domani, di Julia Kristeva, L’avvenire di una rivolta (il melangolo, pagine 100, euro 12,00), da cui pubblichiamo la prefazione. La filosofa e psicoanalista francese di origine bulgara, riprendendo la famosa frase di Camus «mi rivolto dunque sono», afferma che «ci rivoltiamo dunque abbiamo un […]
Ravasi, Mattei, Kristeva: “Modernità oltre la peste”
di Alessandro Zaccuri, avvenire.it, 7 giugno 2013 Rimessa a nuovo per ricoprire degnamente il ruolo di Capitale europea della cultura in questo 2013, Marsiglia resta pur sempre una metropoli mediterranea: un luogo in cui il meticciato è un’evidenza della quotidianità più ancora che della storia. Intorno all’elegante e avveniristica Bibliothèque de l’Alcazar le strade tradiscono un’animazione […]
Ha ridato speranza a un’Europa in crisi
di Daniele Zappalà, avvenire.it, 13 febbraio 2013 «Con Papa Benedetto XVI, si è aperta una nuova fase di buon augurio per l’avvenire dell’Europa e la pace nel mondo. E in queste ore di grande polarizzazione mediatica, penso che tutti siano sensibili al fatto che questo filosofo e quest’umanista è stato pure un grande politico. Il […]
In cerca del genere materno
di Nicla Vassallo, ilsole24ore.com, 20 gennaio 2013 Sta circolando l’idea che la filosofia analitica si stia accasciando su se stessa, per venire soppiantata, lentamente, inesorabilmente da una qualche filosofia postanalitica. In cosa consista quest’ultima non è però chiaro, se non in una sorta di postmodernismo, che, oltre a pescare qui e là da esistenzialismo, fenomenologia, strutturalismo, […]
QUEL CHE RESTA dei SOGNI. “LA PAURA DEL FUTURO CAMBIA IL NOSTRO MONDO ONIRICO”
di Luciana Sica, repubblica.it, 16 ottobre 2012 «Anche nei sogni si esprime il nuovo disagio della civiltà dell’uomo moderno. Penso soprattutto a quei sogni angoscianti di cadute, smarrimenti, strade sbarrate che spesso fanno i pazienti più giovani… Saranno senz’altro determinati dal passato dei singoli sognatori, ma colgono anche il momento storico che viviamo. È così, […]
Recensioni – IN CERCA DELL’ALTRO: LE RADICI DELL’AMORE. Julia Kristeva ripropone ora ai lettori italiani un saggio uscito negli anni Ottanta: riflessioni, ricerca e storie di innamoramenti
di Maria Serena Palieri, l’Unità, 22 giugno 2012 Chi ha inventato l’amore? O, se la domanda così sembra troppo assoluta, chi ha inventato l’amore romantico? Nel Novecento c’è una genealogia di studiosi, dal filosofo svizzero Denis de Rougemont allo storico francese Georges Duby giù fino al sociologo inglese Anthony Giddens, che ne attribuiscono all’occidente la […]
Julia Kristeva. Il web a lezione da Shakespeare
L’amore ha bisogno di segreti. Facebook è solo performance
di Fabio Gambaro, repubblica.it, 29 maggio 2012
L’amore al tempo della tecnologia. Che per alcuni è una promessa liberatrice che moltiplica le relazioni possibili, mentre per altri una minaccia che rischia di annientare i sentimenti. Una questione controversa di cui parliamo con Julia Kristeva in occasione dell’uscita di Storie d’amore (che Donzelli ha recuperato con nuovi contributi), un denso saggio in cui la celebre semiologa e psicanalista, a 71 anni, si confronta con le innumerevoli manifestazioni dell’amore.
«Non sono sicura che il mondo a venire sarà ancora un mondo innamorato», spiega. «La nostra idea dell’amore nasce da una tradizione di esperienze e idee che si sono sviluppate nel tempo in Occidente, dalla cultura greca, ebraica e cristiana fino alla tradizione dell’illuminismo. Pur essendosi allontanato da questa tradizione, il mondo contemporaneo conserva pur sempre l’ambizione e la promessa dell’universo amoroso cantato dalla mitologia greca o dal Cantico dei Cantici. Insomma, siamo gli eredi di questa tradizione, che però corre il rischio di scomparire, di non essere capita o di essere ridotta a semplice visione mercantile. Da qui la necessità di trasmettere questa tradizione rinnovandola e adattandola alla nuove condizioni tecniche e economiche».
In questa prospettiva, internet e le nuove tecnologie sono una minaccia o un’opportunità?
«La tecnica e la comunicazione a prima vista sono esperienze interessanti, ricche di promesse e potenzialità. Ma l’iperconnessione e la velocità dei contatti ci trasforma in semplici terminali di una comunicazione che esclude la profondità della vita psichica, quella che chiamiamo la vita interiore. Il dominio della tecnica rischia di annientare l’esperienza interiore necessaria all’amore. Si spiega anche così il dilagare delle nuove malattie dell’anima, dei disturbi psicosomatici, delle depressioni, eccetera».
Vuol dire che l’universo globalizzato della tecnica formatta gli individui e dunque l’esperienza amorosa, che invece dovrebbe essere un territorio di libertà?
«Naturalmente non voglio demonizzare la tecnica. Di fronte ad essa, però, scegliamo spesso le soluzioni più semplici e immediate. Per quando riguarda l’amore, quelle che riducono l’esperienza amorosa alla performance. Ad esempio cercando di avere dei figli quando ciò non sarebbe possibile, utilizzando i progressi della medicina. Non si tratta evidentemente di mettere al bando la tecnica, ma solo di fare attenzione a non trasformarla in un fine in sé. La tecnica deve rimanere un mezzo per facilitare l’esperienza amorosa, la quale però nasce sempre dallo scambio, dal dialogo, dall’incontro con l’altro».
Internet favorisce le relazioni a distanza e le false identità…
«Favorisce soprattutto le non-relazioni che appartengono alla sfera mercantile della comunicazione. Internet produce oggetti di desiderio che annullano la relazione profonda esistente tra un soggetto e un altro. Facilita la rapidità dei contatti e la velocità delle comunicazioni, ma annulla la dimensione del corpo, l’esperienza sensoriale e la profondità psichica che consentono ai desideri di approfondirsi e modularsi. L’uso sfrenato e dissennato delle nuove tecnologie minaccia i sogni, i fantasmi, la relazione con l’altro e tutte le diverse dimensioni della soggettività».
Senza la presenza del corpo non c’è esperienza amorosa?
«Possono esserci dei fantasmi, semplici evanescenze sfuggenti in cui il virtuale rischia di sostituirsi al reale. Purtroppo gli individui possono diventare schiavi di queste relazioni. La comunicazione, per quanto rapida, non crea automaticamente la libertà concreta della relazione amorosa, che per esistere ha bisogno di una presenza corpo a corpo, faccia a faccia, memoria a memoria. Il pericolo d’internet è proprio la liquidazione del corpo e della memoria».
Per esistere, l’amore ha bisogno di essere raccontato?
«L’accelerazione della comunicazione impoverisce il linguaggio, riducendolo a una sequenza di stereotipi prefabbricati. Il racconto è un antidoto a questa deriva. La relazione amorosa è indissociabile dal racconto, ne ha bisogno per strutturarsi e per prendere forma. Nel momento in cui l’innamorato racconta – e si racconta – la propria storia d’amore, sfugge agli schemi che gli sono stati inculcati dalla società. Inizia a parlare diversamente, s’investe nel linguaggio che diventa vivo. La relazione amorosa, quando non è solo sessuale, è uno scambio di parole e di narrazioni, in cui l’individuo ritrova la propria infanzia. La relazione amorosa è sempre un’infanzia ritrovata. Si ridiventa bambini e si ridiventa adulti ad ogni relazione».
In rete molti raccontano i loro amori quasi in presa diretta, senza mediazioni.
«Non mi sembrano racconti particolarmente ricchi e complessi. Spesso sono solamente manifestazioni di un narcisismo figlio dell’ebbrezza della trasparenza assoluta. Una trasparenza illusoria che rischia di eliminare la profondità e il segreto necessari alla relazione amorosa. Sono racconti esteriori e superficiali, incapaci di trasmettere la ricchezza e la complessità dei sentimenti amorosi».
Oggi i grandi miti letterari della passione amorosa analizzati nel suo libro hanno ancora qualcosa da dirci?
«Penso di sì, perché – dopo aver rinunciato al mito dell’amore assoluto, questa sorta di monoteismo dell’amore – davanti a noi si presenta ora una vasta pluralità di legami e oggetti amorosi, per la quale non sempre abbiamo le parole adatte. I miti della tradizione vengono in nostro soccorso, consentendoci di trovare le parole, le immagini, le figure retoriche per descrivere tale varietà del reale. Dove naturalmente non si tratta di semplice ripetizione ma di una vera propria reinvenzione, perché il Don Giovanni d’internet non è certo il Don Giovanni di Mozart. Rinasce diverso. Lo stesso accade per Romeo e Giulietta e per tutti gli altri eroi della letteratura amorosa. Sono miti insostituibili che possono reintrodurre la dimensione dell’immaginario nell’universo asettico e formattato delle nuove tecnologie. Sono miti che ci consentono di rendere più complesso e quindi più umano il mondo dell’iperconnessione. Insomma, delle storie d’amore avremo bisogno ancora a lungo».
Pubblichiamo la nuova introduzione della Kristeva al suo “Storie d’amore” oggi ripubblicato. L’IMPORTANZA DI VIVERE IN UN MONDO INNAMORATO
È l’infinita trascendenza dell’esperienza interiore che ascolto, in controtendenza rispetto alle fiammate mediatiche che ci distolgono dalla ragione di Julia Kristeva, repubblica.it, 25 aprile 2012 Ho scritto Storie d’amore in una tappa della mia vita in cui l’amore si ritraeva da me. Quale amore? Il colpo del “Grande Amore”, mito salvifico, passione consolatrice e derisoria illusione, carica umorale […]
Kristeva: “Educazione, i laici che fanno?” (2007)
«Il pensiero cristiano è una “chance” enorme contro l’uniformismo imperante. Negli ultimi anni c’è stata un’evoluzione di fondo del tessuto democratico nell’accesso alla parola, la quale diventa sempre più un luogo plurale» di Daniele Zappalà, Avvenire, 10 luglio 2007 «Trovo che oggi la pulsione di morte sia più forte di quella d’amare, ma faccio lo stesso la scommessa […]
Vegetti Finzi, Kristeva: Lacan, la provocazione e la scoperta (1981)
Silvia Vegetti Finzi, Lacan senza eredi, una provocazione a pensare
Intervista a Julia Kristeva, La giunzione tra soggetto e linguaggio. Questa la scoperta storica di Lacan
Clicca sul link:
Nella pagina Lacan, 1981 trovate questo e altri pezzi raccolti e messi a disposizione dal dott. Giancarlo Ricci, psicoanalista a Milano, che ringrazio (L. R.).