Vladimir Nabokov: “Freud” (2006)

di Vladimir Nabokov, la Repubblica, 5 maggio 2006

L’avrò già fatto capire, ma vorrei ripetere che detesto non uno ma quattro dottori: il dr. Freud, il dr. Zivago, il dr. Schweitzer e il dr. Castro. Naturalmente il primo vince di molte lunghezze, come dicono alla corse dei cavalli.

Non ho alcuna intenzione di sognare gli squallidi sogni borghesi di un austriaco dalla testa balzana e dall’ombrello malinconico. Vorrei segnalare altresì che la fede freudiana ha pericolose conseguenze etiche: per esempio, quando a un lurido assassino con un cervello da tenia si concedono le attenuanti perché la sua mamma lo sculacciava troppo o troppo poco – una spiegazione è buona quanto l’altra.

Tutto l’imbroglio freudiano mi ha l’aria di una farsa, più o meno come il gigantesco aggeggio o feticcio di legno lucido, con un bel buco altrettanto lucido al centro, che non rappresenta nulla se non la bocca aperta del filisteo al quale raccontano che si tratta di una grande scultura prodotta dal più grande cavernicolo vivente.

(V. Nabokov, Intransigenze, 1994 II ed. Adelphi).

http://download.repubblica.it/pdf/diario/05052006.pdf

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