Freud e la laicità della psicoanalisi

di Alessandro Alfieri, prismanews.net, 15 novembre 2012


La storia della filosofia novecentesca, in molteplici occasioni, ha incontrato e si è sovrapposta all’altra grande tradizione della cultura europea moderna, ovvero la psicoanalisi freudiana, che sconvolse con le sue teorie sull’inconscio le certezze che avevano caratterizzato la tradizione precedente per secoli. Sigmund Freud non è un personaggio tra gli altri, ma una personalità senza la quale sarebbe impossibile comprendere il Novecento in tutta la sua complessità: Freud diviene essenziale nell’ambito artistico, in quello sociologico, e senza ombra di dubbio in quello filosofico.

Per tali ragioni nella collana Volti dell’editore Mimesis, abitualmente dedicata a nomi noti della storia del pensiero filosofico, ha trovato spazio un volume dello stesso Sigmund Freud, un libro particolare e di certo non abitudinario, prezioso per entrare più nel profondo nelle questioni teoretiche e pratiche della logica psicoanalitica. Si tratta di La questione dell’analisi laica. Conversazioni con un imparziale; la particolarità del testo è che esso si presenta come una sorta di trascrizione di un dialogo o di una conferenza, dove Freud risponde battuta dopo battuta a osservazioni, domande e perplessità di un interlocutore alquanto severo, utilizzando non raramente metafore per rendere più chiara la sua argomentazione. Le risposte del grande pensatore sono altrettanto nette e forti: la laicità della psicoanalisi d’altronde coincide con la rivendicazione di un suo spazio autonomo di indagine e peculiarità scientifica, rispetto alle altre scienze mediche e alla psicologia classica.

Tra i temi che vengono sviluppati in questo libro, Freud, sfoderando la sua ironia, la sua capacità retorica e il suo carisma, attraversa la questione etica della sua nuova scienza, ma anche la questione linguistica, centrali per il dibattito relativo al rapporto tra la psicoanalisi e la medicina generalmente riconosciuta: è possibile distinguere la psicoanalisi dalla sua applicazione clinica? E in caso negativo, può pretendere di assumere termini così delicati e semanticamente complessi quali quello di Cura e Terapia? Da questo punto di vista, il libro possiede una peculiarità, che è anche un valore aggiunto che ne accresce l’interesse e l’importanza; si tratta delle attente note dei curatori, un autentico commentario e analisi critica che evidenzia quello che in fondo può essere ritenuto il fallimento della pretesa di Freud di sottrarre dalle morse della logica medica la sua nuova scienza. La laicità rivendicata dall’austriaco, perciò, sarà costretta, come ci dimostra la storia della psicoanalisi nel corso di tutto il secolo, a contaminarsi, a snaturarsi, fino a ridursi a un ovvio obiettivo polemico da parte di diversi ambiti del sapere.

Lo sforzo e il lavoro dei curatori del volume è notevole; Antonello Sciacchitano (studioso di Psichiatria e medico di professione) e Davide Radice (psicoanalista e studioso di filosofia teoretica) ci offrono non solo il prodotto di una ottima traduzione, ma anche un’interpretazione commentata del pensiero freudiano, una delle pietre basilari della cultura moderna.

http://www.prismanews.net/il-giovedi-filosofico/freud-e-la-laicita-della-psicoanalisi.html

1 thoughts on “Freud e la laicità della psicoanalisi

  1. Davide Radice ha detto:

    Grazie per aver ripreso la prima recensione del nostro lavoro.

    Per chi volesse confrontare la nostra traduzione con l’orginale, ho preparato un pdf con tutti i testi tradotti: La questione del ’26, il Poscritto del ’27, le Note del ’35 e l’integrazione del Poscritto sempre del ’35. È scaricabile a questo indirizzo: http://goo.gl/rjXby

    Per chi volesse invece avvicinarsi alla questione laica, c’è una bellissima lettera di Freud del ’24 che anticipa molti temi della Frage. L’ho tradotta qualche mese fa: http://goo.gl/32Qcy

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